Tradurre Figure / Translating figurative language
Convegno internazionale / International Conference
Bologna, 12-14/12/2012
Il convegno si propone di approfondire la traduzione interlinguistica del linguaggio figurato.
La resa del linguaggio
figurato è una problematica che tocca da vicino tutti i traduttori,
letterari e non solo, mettendo spesso in primo piano le difficoltà del
processo di traduzione e il legame indissolubile tra lingua e cultura
che questo processo deve rinegoziare. Metafore, similitudini, metonimie,
sineddochi, iperboli, personificazioni sono figure retoriche che, lungi
dall’essere di dominio esclusivo della letteratura, trovano in varie
tipologie testuali una funzione stilistica e cognitiva importante. Basti
pensare al ruolo delle metafore nei modelli scientifici, o ancora delle
iperboli nei testi pubblicitari, delle metonimie nel linguaggio
giornalistico o di metafore e similitudini nei discorsi politici e nei
testi turistici. Si tratta di figure che, oltre alla funzione estetica
di ravvivare il discorso con la loro forza icastica, permettono di
elaborare nuovi concetti attraverso analogie con termini concreti e/o
conosciuti e di stabilire un rapporto privilegiato tra emittente e
destinatario, facendo leva su un terreno condiviso di riferimenti
linguistico-culturali. Lo stesso si può dire per quella che Halliday
(1985; 1994) denomina "metafora grammaticale", che coinvolge non solo il
livello lessicale della lingua, ma anche quello strutturale, livello al
quale i significati possono essere espressi in modo atipico, o,
appunto, metaforico.
Tradurre figure implica
spesso tradurre la cultura che l’ha prodotta, se si pensa che ogni
lingua-cultura vive delle sue immagini (Weinrich parlava di Bildfeld)
e che queste sono tutt’altro che universali. Lakoff e Johnson (1980)
inoltre hanno dimostrato in maniera convincente che le metafore delle
nostre lingue sono spesso il riflesso di una struttura mentale più
profonda di tipo analogico, che ci permette di conoscere e definire il
mondo che ci circonda in rapporto a ciò che conosciamo meglio.
È proprio questo
condensato di fattori linguistici e culturali racchiuso nella figura a
imporre uno sforzo particolare di rielaborazione nel passaggio da una
lingua all’altra, tanto da far parlare di "casi limite" nella
letteratura del settore, se non di "intraducibilità" tout court (Dagut
1976; Broeck 1981). Il traduttore ha il compito, non sempre facile, di
adattare la "concezione del mondo" che ha prodotto queste figure agli
orizzonti e alle aspettative della cultura d’arrivo, e di farlo
mantenendo quel connubio di leggerezza e forza che è prerogativa di
queste figure.
Questo implica molto
spesso dover stabilire una priorità tra le funzioni che le immagini
assolvono e le associazioni che riescono ad attivare nel lettore, in
modo da poter decidere quali privilegiare nei casi, tutt’altro che rari,
di non corrispondenza tra le due lingue-culture coinvolte nel processo
di traduzione. Si pensi per esempio alla difficoltà di rendere le forme
idiomatiche o le catacresi di un’altra lingua – metafore un tempo
originali e ormai più o meno spente, poiché entrate nell’uso comune –
allorché vengono riattivate in determinati contesti poetici o ludici,
come avviene abbastanza spesso nel linguaggio letterario o in quello
pubblicitario e giornalistico.
Il convegno è
aperto a tutte le possibili coppie linguistiche e a molteplici approcci
alla problematica: approcci linguistici e/o letterari, cognitivi e/o
stilistici, interdisciplinari, basati su corpora,
ecc. Sono ugualmente benvenute proposte che analizzino la resa del
linguaggio figurato da parte dei software di traduzione assistita e di
traduzione automatica (di tipo statistico). Si incoraggiano sia approcci
teorici alla questione, sia analisi di case-studies,
che vertano sulla traduzione di diversi registri/generi testuali: dalla
letteratura alla politica, dalla pubblicità alla scienza, dalle
barzellette ai film e così via. Si
segnala che, pur non escludendoli in linea di principio, si
sconsigliano studi sulla traduzione dell’ironia, poiché si è constatato
che possono facilmente discostarsi dal tema centrale di queste giornate.
La pubblicazione di un volume con una selezione (peer-reviewed)
di contributi in inglese e italiano è prevista per la fine del 2013. La
scelta dei contributi sarà effettuata dal comitato scientifico, previa
lettura e referaggio dei testi ricevuti. La pubblicazione (a cura di
Donna R. Miller e Enrico Monti) avverrà in formato digitale sui Quaderni del Ceslic (piattaforma AMS Acta)
e quindi, a seguire, anche in formato cartaceo. Si auspica che il
volume che ne risulterà, nella sua compenetrazione di studi teorici e
applicati, possa rappresentare un contributo importante alla ricerca
accademica in questo settore, in assenza di un volume specifico
sull’argomento.
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mercoledì, novembre 21, 2012
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